Sei in ... Home Le classi in visita al Parco 1e - s.secondaria di primo grado "Franceschi" - MIlano - 18 ottobre 2010

1e - s.secondaria di primo grado "Franceschi" - MIlano - 18 ottobre 2010

Stampa  E-mail  Scritto da Massimo Urso    Domenica 17 Ottobre 2010 11:00

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Una bella mattinata di sole, freschina e umida, comunque ideale per una visita di accoglienza al Parco Nord.
Ci spostiamo tutti insieme verso i laghetti.
Siamo in cerchio e ci presentiamo ...

Osserviamo alcuni germani (maschi e femmine) ... sono parecchi e si riescono ad avvicinare abbastanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Racconto la storia della costruzione di questi laghetti ... Siamo nel 1992 ...

Per prima cosa abbiamo scavato una buca, quindi abbiamo utilizzato l'argilla per impermeabilizzarne il fondo, abbiamo messo l'acqua e le piante. Stop!

E gli animali?
A questa domanda risponderemo solo dopo una breve visita al laghetto che abbiamo al nostro fianco.

In effetti riusciamo a vedere solo le anatre e qualche gallinella d'acqua.
Però osserviamo anche degli alberi interessanti: gli ontani. Loro hanno questa capacità, poco comune, di resistere bene con le radici a mollo nell'acqua: sono vere e proprie piante "acquatiche".

Alcuni sono arrivati da soli - uccelli ed insetti. Altri sono stati immessi "abusivamente".
Per esempio le tartarughe!
In effetti questi animali sono molto presenti nelle famiglie milanesi (tra di voi 8 su 23 hanno o hanno avuto una tartaruga).
E - le tartarughe soprattutto - quando diventano troppe, sono un grosso problema ecologico per i laghetti del parco. Essenzialmente perchè si mangiano praticamente tutto ciò che si muove ed più piccolo di loro (insetti, girni, ...).
Per cui sarebbe molto meglio non abbandonarle ... anzi ... sarebbe meglio non comperarle neanche!

Una veloce - e "pericolosa" - camminata ed eccoci in cima alla montagnetta.

I nostri piedi sono poggiati su almeno 10 metri di quelle che qualcuno ha chiamato "le scorie della Breda". Ovvero i "rifiuti" derivati dall'estrazione del ferro dai minerali di ferro che la Breda stessa ha utilizzato per moltissimi anni.

Nel 1920 c'era una grossa buca ... che è stata colmata negli anni e che si è innalzata al livello che conosciamo oggi intorno al 1960.
Quarant'anni di scorie! Prodotte dagli altiforni!
Tra poco andremo a cercare qualche pezzetto di queste scorie ma, per il momento guardiamoci intorno ... siamo nel bel mezzo di un monumento particolare.

Si tratta delle lapidi che ricordano i nomi dei lavoratori sestesi che - durante la seconda guerra mondiale - sono stati deportati in Germania a produrre armi per la guerra.
Questi lavoratori non hanno fatto più ritorno a casa, ma hanno terminato la loro vita insieme a milioni di ebrei nei campi di sterminio.
Una pagina tristemente famosa della nostra storia, ancora viva, oggi.

Ma adesso mettiamoci alla ricerca delle scorie ... basta andare in qualche zona in cui affiori un po' di terreno senza prato ...

Le scorie hanno alcune caratteristiche precise:
- sono generalmente scure
- sono ruvide, bollose
- possono avere qualche riflesso metallico (che tradisce la presenza di un po' di ferro residuo)
- possono presentare un po' di ruggine
- possono essere anche un po' pesanti

Senza particolari problemi riusciamo ad individuarne qualche campione.

Ci avviamo nuovamente ...

Fino a raggiungere la torretta di controllo dell'aereoporto militare della Breda.
Osserviamo come questa sia un po' conciata, diroccata. Questo suo stato non è dovuto direttamente al bombardamento del 1944, ma soprattutto all'abbandono successivo, quando, poco alla volta, la natura si è ripresa i suoi spazi!

Ultima camminata fino ai bunker (rifugi antiaerei).

Scendiamo le scale, entriamo e percorriamo questo particolare luogo sotterraneo ...

Chi si sarà riparato qui sotto?
Essenzialmente i lavoratori presenti nell'aereoporto. 
E, per fortuna, nessuno tra quelli qui rifugiati, è rimasto vittima delle bombe. Perchè la struttura è intatta da allora.
A parte le piccole fessure create dalle radici delle piante.

Abbiamo giusto il tempo di fare qualche considerazione sulle caratteristiche costruttive di questi rifugi (la volta ovale, la divisione in varie parti, a seguire un percorso quasi labirintico, ...)

Il tempo a nostra disposizione è terminato.
Usciamo di nuovo alla luce del sole ...

Ciao a tutti!

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