Sei in ... Home Le classi in visita al Parco 1f - s.secondaria di primo grado "Franceschi" - Milano - 18 ottobre 2010

1f - s.secondaria di primo grado "Franceschi" - Milano - 18 ottobre 2010

Stampa  E-mail  Scritto da Eleonora Dall'Olio    Domenica 17 Ottobre 2010 11:00

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Dopo un fine settimana di pioggia, la settimana inizia con il cielo azzurro e il sole, ma anche con tanta umidità...siamo proprio in pieno autunno! Arriviamo contemporaneamente all'ingresso di via Suzzani e ci incamminamo verso i laghetti, da dove inizieremo l'uscita di oggi!

 

 

Formiamo un grande cerchio e iniziamo a conoscerci...io sono Eleonora, e voi mi dite tutti i vostri nomi. Tutti voi conoscete il Parco Nord perchè ci venite da quando siete piccoli, ma nessuno di voi conosce la sua storia.

Siamo in un Parco Regionale di Cintura Metropolitana. Fino agli anni Venti tutta questa zona era occupata da campi agricoli. Nel 1983, ragazzi come voi e cittadini di questa zona hanno iniziato a piantumare i primi alberi. I boschi più vecchi del Parco hanno circa trent'anni e si trovano oltre la via Clerici, quella che passa non lontano da dove ci troviamo ora. Però se ci guardiamo attorno vediamo anche un laghetto. Sicuramente una volta non c'era...come mai hanno deciso di costruirlo? Lo hanno fatto per dare un posto dove vivere agli animali delle zone umide, e per aumntare la biodiversità del Parco.
Inizamo a capire come, nel 1992, il Parco Nord lo ha costruito. E' stata scavata una buca. Questa buca però non è stata riempita subirto d'acqua, perchè, se così fosse stato, sarebbe stata assorbita dal terreno...quindi? Hanno dovuto impermeabilizzarla. Cemento, sabbia e pietre non sono sufficienti. A qualcuno di voi viene in mente che potrebbe aver usato l'argilla, una terra sottilissima, che molti di voi conoscono. Se metto acqua sull'argilla, l'acqua scivola via.
Quindi: dopo aver scavato il buco, questo è stato impermeabilizzato con argilla, quindi riempito d'acqua (con l'acqua che viene da un pozzo dell'acquedotto di Milano), e come ultima cosa? Secondo qualcuno hanno messo gli animali...e invece no. Nessun animale è stato in serito nei laghetti dal Parco. Però sono state inserite nel nuovo ambiente piante acquatiche.
Anche se non sono stati messi animali dal Parco, nel nostro laghetto ne troviamo diversi. Ma quali vi aspettate di vedere?
... pesci, tartarughe, anatre, insetti (ad esempio gerridi), rane, rospi, girini, uccelli...
Ma come ci sono arrivati qui questi animali? Alcuni nuotando, alòtri volando, altri abitavano già da queste parti, e altri, purtroppo, sono stati inseriti dall'uomo!
Rane, rospi, girini e insetti non ci sono. Dovete sapere che invece una volta questo laghetto ne era pieno! Ma purtroppo, andando ad inserire specie che vengono da lontano (specie alloctone), come ad esempio le tartarughe, l'ecosistema e la catena alimentare sono stati alterati, provocando la scomparsa di alcune specie autoctone, cioè del posto, come erano ad esempio rane e rospi.
La tartaruga è carnivora e mangia le larve degli insetti e i girini! Siamo tutti d'accordo che sarebbe meglio lasciare gli animali nel proprio ambiente naturale, altrimenti si possono provocare molti danni!

Ma ora è giunto il momento di andare a veder il laghetto da vicino. Se alziamo le teste verso il cielo, vediamo che sopra di noi volano diversi germani reali!

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Ecco il laghetto...

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...ci sono germani reali maschi (quelli con la testa verde) e femmine (quelle tutte marroni)...gallinelle d'acqua (nere con una striscia rossa sulla testa...

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...e vediamo anche diverse piante acquatiche. Di ninfee e nannufari, che in primavera ed estate riempiono praticamente tutta la superficie, rimane ben poco...giusto qualche stelo.

Come vi avevo detto prima, rane, rospi e insetti non ne vediamo. Oggi non vediamo neanche pesci e tartarughe, forse perchè inizia a fare troppo freddo!

Abbiamo detto che siamo in Pianura. E oltre al laghetto, scavato, se ci guardiamo attorno vediamo un'altra forma che non è propria di questa zona. La montagnetta.
Anche lei, come il laghetto, è artificiale. Le fabbriche siderurgiche che sorgevano qui vicino, a Sesto San Giovanni, per poter accumulare gli scarti di lavorazione, avevano fatto una buca, riempito piano piano, e nel giro di quarant'anni, accumulando scorie su scorie, si è andata formando la montagnetta che vediamo dietro di noi.
Ed ora saliamo...e scopriamo cosa c'è su.

Dall'alto vediamo tutto. E prima abbiamo parlato di scorie, scarti di lavorazione delle fabbriche. Ccome vi aspettate che siano fatte queste scorie? Vi dico che le fabbriche, per lavorare i metalli, devono sciogliere grandi quantità di materiale e si ottiene come un magma, quello che esce dai vulcani, e che, quando è caldo, qualcuno di voi sa essere arancione...incandescente. Quando si raffredda sarà deformato...nero...ruvido...con dei buchi...pesante... Adesso ci mettiamo alla ricerca di pezzi di sassi che escono dal terreno che hanno queste caratteristiche... poi vedremo cosa avrete trovato!

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Ecco qui. Alcune sono scorie...altri sassi o pezzi di cemento. Ma complimenti comunque per la vostra ricerca!

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Dopo una breve pausa, guardiamo alle nostre spalle e ci avvicinaimo a tutti questi pezzi di pietra posti a semicerchio.

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Uno di voi legge quello che c'è scritto sulla prima pietra...

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e scopriamo che ci sono incisi nomi di fabbriche, seguiti da nomi di persone. Operai delle fabbriche siderurgiche di Sesto San Giovanni, deportati a lavorare in Germania durante la seconda guerra mondiale. C'è anche il monumento, alla cui base, in sei urne, sono raccolti sabbie e ceneri dei campi di concentramento nazifascisti.
Scendendo dalla scalinata ci fermiamo anche davanti a un cartello per leggere quelche informazione in più su questo luogo del parco in memoria dei deportati.

Per continuare a parlare della Seconda Guerra Mondiale, ci spostaimo verso nord, superando la passerella su Via Clerici.

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Dopo la pausa-fontanella vicino ai Binari Breda, che la Breda ha utilizzato come anello di prova per i treni della Metropolitana Milanese, arriviamo davanti ad una costruzione che ormai sembra quasi cadere a pezzi. E' la torretta di controllo del campo volo.

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Era proprio la torre di controllo dell'aereoporto durante la Guerra. E sotto i nostri piedi, corrono lunghe gallerie che vanno dalle fabbriche siderurgiche, e costeggiano l'aereoporto. Queste gallerie sono i bunker, e venivano utilizzati dalle persone per spostarsi da un punto all’altro senza essere visti e soprattutto per muoversi protetti da eventuali attacchi e dalla caduta di bombe. In particolare qui sotto si rifugiavano durante i bombardamenti gli operai della Breda, un'industria siderurgica che ai tempi della Seconda Guerra Mondiale produceva prodotti bellici.

Andiamo a visitare questi bunker.
Passiamo attraverso una zona del Parco che è stata da poco risistemata, e arriviamo davanti a una scala. Questa scala di cemento ci porta sottoterra.
Ci ritroviamo in un corridoio con le pareti in cemento armato e, se guardiamo bene, vediamo che anche le porte sono in cemento armato. 
Circa due anni fa hanno recuperato una parte di questi bunker e vediamo ancora i muretti su cui poggiavano le panche (quelle su cui siamo seduti ora sono dei nostri giorni, ma c'erano anche allora) e sul soffitto ci sono dei perni dove passavano i fili della corrente elettrica e dove erano appese le lampadine (oggi l'impianto, per questioni di sicurezza e messa a norma è moderno).
I corridoi sono corti e ci sono continue curve e porte in cemento armato per limitare il rischio di essere colpiti nel caso in cui fosse caduta una bomba e schegge, sassi e metallo esplodessero ovunque.
Andiamo a scoprire queste gallerie..e vediamo dove ci portano. Ci sono tante curve...le percorriamo guardando cosa c'è attorno a noi. Bagni, stanze, muretti per le panche e delle foto dell'epoca.

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La nostra mattinata insieme è giunta al termine. Usciamo dai bunker e torniamo insieme verso la cascina, dove ci salutiamo e voi proseguite verso la vostra scuola.
Buon anno scolastico e alla prossima!

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