Buongiorno a tutti e ben arrivati al Parco Nord in questa giornata di inizio autunno.
Raggiungiamo l’area didattica e ci presentiamo. Presento anche il Parco, che la maggior parte di voi conosce, parlandovi del Parco prima che ci fosse il Parco. Vi parlo delle fabbriche, vi parlo della Breda… delle tracce del passato che sono rimaste. Oggi ci trasformeremo in archeologi industriali e andremo a cercarle.
Partiamo dai rifugi costruiti vicini all’aeroporto militare per gli operai: i bunker. Nessuno li ha mai visti, ve li aspettate bui, rettangolari, umidi.
In fila indiana ci prepariamo alla sua esplorazione insieme.
Ci fermiamo nella prima stanza dove una porta chiusa separa la parte ristrutturata da quella che invece si snodava verso la Torretta di avvistamento (distrutta e nascosta dalla boscaglia di fianco alla Cascina, ma la osserveremo nelle foto) e pare poi si spingesse più in là, verso Sesto San Giovanni.
Una bomba fatta all’uncinetto appesa in mezzo alla stanza ci mostra le misure e la forma delle bombe reali che venivano sganciate dagli aerei durante i bombardamenti. L’aeroporto era una zona strategica da colpire durante la seconda guerra mondiale.
Procederemo lungo il bunker, ogni tanto fermandoci ad osservare: la stanza quadrata, dove probabilmente venivano tenuti picconi, coperte e acqua, con le vecchie foto di prima e dopo i bombardamenti, i bagni, le foto dei bombardamenti su Milano, i cartelli della vecchia segnaletica, le foto degli operai, dei molitari e dei cacciabombardieri e per finire le foto della nascita e crescita del Parco.
Alla fine del nostro percorso ragioniamo su come è strutturato questo rifugio. Visto dall’alto è una linea spezzata, che permette sia una maggior protezione in caso di esplosione perché “rompe” la direzione dell’esplosione, sia un numero maggiore di posti a parità di spazio. La sezione del Bunker è a volte di botte, che riprende la forma di un arco che, come inventarono gli etruschi, è la miglior struttura per reggere i pesi. Sapete ragionare su tutto!
Immaginiamo come dovevano essere qui le emozioni delle persone, spaventate dai bombardamenti sopra la loro testa. E ci sono stati Bunker sotto le scuole, i palazzi delle città, dove si nascondevano anche bambini e ragazzi come voi.
Una volta all’aperto ci incamminiamo verso il prato dove fare merenda, ma prima scoviamo la Torretta di avvistamento, ormai sepolta dagli alberi e quasi nascosta, anche se si intuisce la forma che avevamo osservato in foto.
Dopo una breve pausa ripartiamo, provando a trovare un’altra traccia nascosta del passato: i binari della Breda. E’ facile individuarli, anche se tra le parti metalliche sono cresciuti alberi ed una parte è stata trasformata nell’area pic-nic.
Proseguiamo per l’ultima tappa della nostra esplorazione. La montagnetta, ed il teatrino. Qui la Breda scaricava i residui degli altoforni, dove veniva estratto ad alte temperature il ferro, e che erano rifiuti inerti, cioè “fermi”, non tossici. I rifiuti formavano una vera e propria montagna ed il Parco, anziché portarli via, ne fece una collina verde, con tanti alberi che grazie alle loro radici la tengono stabile.
Qui osserviamo il monumento ai caduti, opera in memoria dei deportati nei campi di concentramento. E dall’alto vediamo anche le colonne del Teatrino, che era un carroponte collegato alla fabbrica.
La mattinata insieme è finita: grazie a tutti!