Stamattina ci ritroviamo con le classi 2A e 2B di fronte a Villa Manzoni, pronti per pedalare lungo la ciclopedonale che collega i punti nevralgici del Parco, da ovest a est. Oggi, in compagnia di Bianca, visiteremo il parco in bicicletta…questo ci permetterà di vedere tanti luoghi diversi nel corso della nostra uscita, anche in punti distanti all’interno del parco.
Il nostro giro a tappe alla scoperta delle zone umide comincia con il laghetto di Bruzzano, uno dei principali specchi d’acqua di quest’area naturale. Qui cerchiamo di capire innanzitutto che cosa è un parco, chi ci vive (animali e piante) e perché è importante proteggerlo.
Questa infatti è un’Area Naturale Protetta: un luogo protetto in cui la natura viene tutelata.
Il Parco è nato intorno alla fine degli anni ’60, prima invece che cosa occupava quest’area?
“Secondo me c’era un’industria”, risponde un vostro compagno. Esatto, qui sorgeva la Fabbrica Breda specializzata nella produzione di aerei militari durante la seconda guerra mondiale. Non molto distante da dove ci troviamo noi c’è l’aeroporto di Bresso, usato dalla Breda per testare i velivoli da guerra.
Il lago di Bruzzano è artificiale, ossia è stato progettato e realizzato dall’uomo. Nel corso degli anni e con la crescita della vegetazione sono arrivati sempre più animali che amano vivere in prossimità dell’acqua. Questa mattina abbiamo la fortuna di vederne alcuni: gallinelle d’acqua, germani reali, una folaga e anche un bellissimo esemplare di airone cenerino.
Di nuovo in sella, costeggiamo un tratto fortemente danneggiato dal maltempo di quest’estate: un filare di pioppi giace a terra. Ne approfittiamo per capire come verrà usato il legno morto di questi alberi e perché è importante per l’ambiente e per gli animali.
La seconda tappa è il fiume Seveso. Purtroppo oggi si presenta senz’acqua a causa dei lavori di costruzione della “vasca di laminazione”. Nessuno di voi ha mai sentito questo termine e vorreste saperne di più.
Il Seveso è tristemente noto per esondare spesso, creando disagi all’intera area nord di Milano. Per questo motivo è stato deciso di costruire un’enorme vasca, simile ad un lago, dove poter contenere l’acqua in eccesso.
Mentre percorriamo il sentiero ciclabile, osserviamo gli argini e le grandi pietre che li rivestono: un intervento di riqualificazione fatto dal Parco per contrastare l’erosione del terreno e consentire ai piccoli animali che popolano le sponde dei fiumi di trovare riparo.
Ma eccoci arrivati nella parte più estesa del Parco, la zona del lago Niguarda. Inizialmente qualcuno sembra aver perso il senso dell’orientamento ma ben presto ci accorgiamo tutti che il lago che abbiamo di fronte è in parte diverso da quello visto ad inizio uscita.
“È diverso perché è più grande e ha una forma a saetta” osserva uno di voi. “L’acqua sembra anche più pulita!” aggiungete.
Il lago Niguarda è il più grande del Parco, insieme al laghetto di Bruzzano e al lago Nord. Costruito nel 2015, anche questo accoglie numerose specie di uccelli e animali. Per evitare di danneggiare l’ecosistema e far allontanare le specie animali, è stata vietata la balneazione e l’uso di piccole imbarcazioni.
Dopo il lago Niguarda ci attende il Velodromo. Molti si stupiscono di trovarsi in questo luogo visto il tema della giornata: l’acqua. In realtà, osservando meglio ci accorgiamo che al centro della pista c’è un grande bacino. Si tratta proprio di un bacino di espansione, che svolge la stessa funzione delle vasche di contenimento: stoccare temporaneamente l’acqua in eccesso durante la piena.
Infine raggiungiamo il teatrino Breda e i laghetti Suzzani, i più antichi del Parco Nord. I laghetti sono poco frequentati e ciò ha permesso alla vegetazione di crescere indisturbata, come questo vasto canneto. Le cannucce di palude costituiscono un habitat ideale per alcuni tipi di uccelli, che le scelgono come punto in cui nidificare.
Il teatrino, invece, è un ex carroponte usato dalla Breda per spostare oggetti pesanti durante il processo di fabbricazione in fabbrica. La montagnetta su cui si ergono le vecchie colonne portanti è stata realizzata utilizzando macerie e scarti di lavorazione prodotti dalla fabbrica. Le macerie sono state ben isolate dallo strato più superficiale del suolo in modo tale da non inquinare e rendere il terreno ugualmente fertile.
Il nostro giro di oggi termina qui…ma il Parco è sempre pronto ad accogliervi per esplorare altre aree naturali.
A presto ragazzi e buon rientro a scuola!