Buongiorno a tutti!
Oggi, in questa bella giornata di sole, con la classe 1 A e la classe 1B di della scuola De Nicola di Sesto San Giovanni ci dedicheremo alla scoperta ibn bicicletta delle vie d’acqua del Parco!
La Bicicletta è un ottimo mezzo per poter visitare più posti nel minor tempo possibile e per di più… Non inquina!
Il nostro punto di ritrovo è Villa Manzoni, perfetta per iniziare a parlare del Parco e della sua storia. Il Parco Nord Milano è un parco regionale piuttosto recente, ideato negli anni 60, riconosciuto negli anni 70 e dove i primi interventi di riqualificazione e piantumazione sono stati effettuati solo nel 1983. Allora ci chiediamo: Cosa c’era prima e perché è stato istituito il Parco?
Il nostro parco nasce in parte sui territori della Breda aeronautica dismessa con la fine della seconda guerra mondiale e in parte su territori agricoli con l’obiettivo di mantenere un’isola verde in un’area densamente urbanizzata come quella di Milano.
L’obiettivo principale del percorso di oggi è quello di conoscere le vie d’acqua, dove le troviamo all’interno del parco? osservando la cartina possiamo individuare il Seveso, una rete di canali ad ovest, dei canali nell’area est del parco e una serie di laghetti come quello di Bruzzano, di Niguarda, Suzzani e il Lago Nord.
Si parte! Per prima cosa costeggiamo il Seveso, di acqua ce n’è poca e nonostante le piante si nota la mano dell’uomo nella modifica degli argini. Il Seveso è sempre stato sfruttato e purtroppo, in passato, anche trascurato soprattutto nel periodo in cui le ricche industrie tessili riversavano l’acqua utilizzata durante le lavorazioni direttamente nel fiume senza nessun tipo di trattamento. Per fortuna ad oggi la situazione è diversa e c’è una maggior sensibilità ambientale anche per quanto riguarda queste problematiche.
Ci spostiamo poi verso il laghetto di Bruzzano, dove osserviamo diverse specie di uccelli tipiche delle zone umide, come le gallinelle d’acqua e i germani reali. In quest’area osserviamo anche dei piccoli vecchi canali ripristinati dal parco che in passato venivano utilizzati per l’irrigazione dei campi. Questi canali prendono l’acqua dal Canale Villoresi (più a nord del parco) e che a sua volta prende l’acqua dal Fiume Ticino.
Dopo il Laghetto di Bruzzano seguendo la ciclabile arriviamo al Lago Niguarda, ultima opera del Parco. Cosa osserviamo? Come sono le sponde? Il laghetto è grande, una sponda è più naturale mentre l’altra è più spigolosa e fatta in cemento. Quale sarà quella più frequentata dagli animali selvatici?
Continuiamo a pedalare e incontriamo nuovamente il Seveso che però poco dopo si interra per dare spazio a strade e cemento. Quali sono le possibili problematiche di un intervento simile? Alcuni di voi vivono in queste zone e ben conoscono la “furia” del Seveso quando esonda a causa delle bombe d’acqua e delle forti piogge dobbiamo quindi sempre ricordarci che la natura ci da una mano ma dobbiamo lasciargli i suoi spazi.
Proseguiamo e troviamo il Velodromo; opera del parco che funge da area per la raccolta dell’acqua durante le forti piogge e che quindi cerca di mitigare il problema dell’esondazione del Seveso ma è stata adibita anche come area utilizzabile dai ciclisti che frequentano il Parco.
Costeggiamo il canale vicino al Velodromo e in poco tempo alla nostra ultima tappa: i Laghetti Suzzani. Questi sono i laghetti più vecchi del parco, molte sono le piante acquatiche che ormai li hanno colonizzati nel tempo come anche i canali nelle loro vicinanze. Anche l’area est del parco è caratterizzata da una fitta rete di canali e in principio, ad esempio, l’acqua per le fontane veniva prelevata direttamente dalla falda mentre adesso, grazie ad essi, è possibile utilizzare anche qui l’acqua del Villoresi.
Eccoci dunque alla fine, molti sono stati gli argomenti toccati sia scientifici che storici e per fortuna siamo stati accompagnati dal sole che ha scaldato questa fredda mattinata d’ottobre.
A presto ragazzi e buon anno scolastico!