garibaldino

Fra due giorni inizia l'autunno, ma, guardando il Parco sembra già iniziato: le foglie dei pioppi iniziano ad ingiallire, l'erba dei prati a seccare, i lodaioli si preparano per partire e...la mattina inizia a fare freddo!
Tutti ben coperti, Enrico, Massimo ed io ci incamminiavo verso l'ingresso del Parco di Via Suzzani dove ci attendono gli amici di oggi.
Sono altre due sezioni della scuola secondaria di primo grado Franceschi di cui abbiamo conosciuto già qualcuno ieri...

Giunti al punto di ritrovo, le classi non sono ancora arrivate, ma in fondo al viale si sentono delle voci: eccole!
La 1°A sarà con me. Ragazzi, oggi percorreremo le tappe storiche del Parco: vedremo come è nato e cosa nasconde.
La prima sosta sarà nell'Area Didattica Natura, quindi dovremo camminre un po'...
Arrivati a destinazione, in cerchio ci presentiamo e vediamo di capire cosa è un Parco.
Mi dite che è un luogo dove ci si può rilassare, fare sport ed osservare la Natura. Vero, ma dovete sapere che il Parco nasce innanzitutto come luogo di protezione della flora e della fauna: è un'area naturale protetta.
Noi, oggi, siamo ospiti del Parco e della Natura, quindi dovremo comportarci secondo le regole stabilite da questo luogo.

Ma perchè ci troviamo qui? Dovete sapere che il Parco non è sempre stato come lo vedete oggi, anzi, un tempo era completamente diverso. Qui, infatti, nel 1940 sorgeva una fabbrica di aerei militari: la Breda. Sotto ai nostri piedi si trovano dei bunker: dei luoghi di rifugio che venivano usati dagli operai della stessa per ripararsi dai bombardamenti.
Non voglio, per ora raccontarvi nulla di più, scendiamo sottoterra e fatevi guidare dalla vostra curiosità..

mi franceschi1a1

 Una volta giunti nell'ultimo corridoio dei bunker, ci sediamo e vediamo di capire insieme cosa erano queste strutture...
Erano dei rifugi antiaerei e servivano come rifugio agli operai della fabbrica. Qui si nascondevano durante i bombardamenti effettuati prima dagli Alleati e poi dai Tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. La struttura è particolare: è costuituita da un intrico di corridoi e stanze. Le stanza venivano usate come luoghi di vettovagliamento (venivano conservati principalmente cibi in scatola altrimenti con questa umidità sarebbe marcito tutto!) e servizi igienici. I corridoi, dotati di panche, come veri luoghi di rifugio. Per evitare che una possibile esplosione si espandesse per tutta la lunghezza dei bunker, ciascun corridoio era ermeticamente chiuso da una porta tagliafuoco e messo a L rispetto al precedente. Questo però, aveva sicuramente una controindicazione: l'ossigeno all'interno dei corridoi scarseggiava ed è per questo che si cercava di stare calmi e le lampade a petrolio usate per l'illuminazione venivano spente.
Ma, secondo voi, che tipo di sensazioni potevano provare le persone rifugiate qui? Mi dite che potevano provare paura, ansia verso la propria vita, preoccupazione per l'incolumità dei propri cari...
Inizia a fare freddo e si sente anche brontolare qualche pancia...Quindi usciamo alla luce del sole per fare merenda!
Dopo una piccola pausa, ci spostiamo verso la seconda tappa della nostra visita: la palazzina volo.
La fabbrica, come dicevamo, costruiva aerei da guerra, ma prima di venderli al committente doveva testarli: è per questo che annessa ad essa vi era un aereoporto. La palazzina volo, struttura oramai oggi abbandonata e luogo di rinascita per piante e animali, era la torre di controllo.

Per raggiungere la prossima tappa dovremo faticare un po', infatti dovremo risalire una piccola collinetta! Ma nessuno di voi si tira indietro! Anzi, anche chi all'inizio sembrava poco convinto, poi ha preso il coraggio in mano e ha deciso di affrontare quest'avventura! Le uniche che decidono di rinunciare sono le prof, che saliranno dalla strada lastricata...

mi franceschi1a1

...alcuni punti della salita sono assai ripidi: qualcuno si aiuta con le mani!

mi franceschi1a1

Giunti sulla cima, troviamo uno strano monumento: è a forma di T o di martello. E' il monumento ai deportati.

mi franceschi1a1

Dovete sapere che, durante la Seconda Guerra Mondiale, la dittatura di Hitler era fondata su un'ideologia ben precisa: la supremazia della razza ariana. Secondo Hitler, la razza ariana (rappresentata da tutte le persone di carnagione chiara e di origine tedesca) era la migliore e l'unica con il diritto di vivere umanamente.
Tutte le altre persone erano considerate semplice merce di scambio e mano d'opera da utilizzare nei lavori più duri e in condizioni degradanti.
Coloro che, inoltre a ciò, risultavano ostili al regime per diversa ideologia politica o religione o semplicemente perchè aiutavano qualcuno che era ostile al regime, venivano portati o meglio, deportati in "campi di lavoro". Questi luoghi, così definiti da Hitler, erano dei veri campi di sterminio, dove le persone venivano condotte contro la loro volontà e dove, il più delle volte, morivano, dopo aver lavorato nelle fonderie dei campi in condizioni estreme.
All'inizio l'Italia era alletata della Germania, quindi questo trattamento non le veniva riservato. Ma, quando l'Italia, a metà del conflitto, si ritirò, la Germania interpretò tala gesto come un tradimento e iniziò a deportare anche molti italiani.
Il monumento che qui vedete, vuole ricordare la deportazioni di tutti gli operai della Breda, della Falk e della Pirelli.
Il monumento infatti, se lo osservate, è a forma di martello (strumento usato dai prigionieri per spaccare le pietre da cui cavavano i minirali per le fonderie) ed è costituito da tre parti: una di pietre, una di metallo e una base con incastonate delle teche di vetro contenenti la terra dei campi di concentramento.
E' stato posto in questo luogo in quanto è il punto più alto del Parco e da qui le anime dei defuntim possono vedere la città a loro tanto cara...

mi franceschi1a1

mi franceschi1a1

Dopo qualche minuto per osservare il monumento e le lapidi, scendiamo dalla collina e, in cerchio, ci disponiamo in un prato non troppo lontano.
Alla nostra destra vediamo una piccola collina sormontata da una struttura di cemento: è il teatrino del Parco, ex carroponte della Breda.
Chiaramente il carroponte della Breda aveva dimensioni maggiori: le sue colonne arrivavano all'altezza della pista ciclabile!
Ma, allora, come mai il Parco ha formato queste collinette? Dovete sapere che, finito il conflitto, la Breda, provò a produrre vagoni della metropolitana, ma, non avendo molto mercato, chiuse i battenti. Tutta la zona in cui sorgevano i capannoni venne abbandonata e si trasformò in una zona di degrado. Solo grazie ai comuni di Milano, Sesto, Bresso, Cinisello e Cusano si poterono iniziare i lavori di bonifica.
Nella zona del carroponte, vennero trovati molti resti della lavorazione degli aerei, quindi decisero di utilizzarli per la creazione di piccole colline. Questi resti di metallo, nel corso del tempo, si trasformarono e divennero delle vere e proprie pietre: la marogna.
Dicevamo che, grazie all'intervento dell'uomo, nacque il Parco: vennero piantumati alcuni alberi, realizzati i sentieri, messe in posa le panchine, realizzate le fontane...Da pochi alberelli, la Natura ha iniziato il suo corso e ha colonizzato questo luogo: ora ci sono dei veri e propri boschi ricchi di vita animale e vegetale!
Altro elemento importante per il Parco e per la conservazione della sua biodiversità sono i laghetti. Ma come sono stati costruiti?
Insieme vediamo che hanno sicuramente scavato una buca, ma per evitare che l'acqua in essa messa scomparisse in poco tempo, il fondo fu ricoperto di uno strato impermeabile: l'argilla.
I pesci, poi vennerò immessi, ma insetti e anfibi arrivarono in autonomia. 
Ci avviciniamo al laghetto più vecchio del Parco...

mi franceschi1a1

...e con nostra sorpresa, oltre ai pesci, rane, germani reali e gallinelle ci aspetta un airone cenerino!

mi franceschi1a1

Purtroppo, però, l'uomo ha la capacità di creare come di distruggere. Da qualche anno a questa parte, all'interno dei laghetti sono iniziate a comparire delle tartarughe. Sono le tartarughe che le persone, una volta acquistate nei negozi e cresciute fuori misura, non riescono più a gestire e vengono liberate nei laghetti del Parco. Gli animali si trovano molto bene: hanno spazio e cibo in abbondanza. Purtroppo, però la loro presenza viene minacciata dall'introduzione di questi rettili: si è visto infatti che le tartarughe sono particolarmente ghiotte di uova di insetti e anfibi. Ciò ha causato una diminuzione della loro popolazione.

Purtoppo la prof mi ricorda che dovete andare...alla prossima! Buon inizio medie!

contentmap_plugin