garibaldino

E' iniziato settembre e con lui la scuola e la prime uscite didattiche al Parco!
Le classi ad inaugurare quest'anno sono le sezioni della scuola secondaria di primo grado Franceschi!
Massimo ed io ci incamminiamo verso il punto di ritrovo di oggi: l'entrata del Parco vicino a Suzzani.
Al nostro arrivo gli esploratori di oggi sono già lì ad attenderci.
La classe 1°D verrà con me ed andremo alla scoperta del passato del Parco.

Per raggiungere la prima tappa della nostra visita dovremo camminare un pochino, ma vi assicuro che sarà un luogo molto speciale!
Dopo circa venti minuti giungiamo in Area Didattica Natura, qui in cerchio, dopo le consuete presentazioni, cerchiamo di capire cosa è un Parco.
Capiamo che è un'area naturale protetta: un luogo realizzato dall'uomo allo scopo di proteggere la biodiversità qui contenuta e racchiusa.
Ma, dovete sapere, che il Parco non è sempre esistito, anzi! Esiste solo dal 1975! Prima, anche dove ci troviamo noi oggi, esisteva una fabbrica: la Breda.
La Breda, durante la Seconda Guerra Mondiale, costruiva aerei militari.
Il Parco è cosparso di resti della fabbrica e il più importante si trova proprio sotto ai nostri piedi.
Il luogo di cui vi parlo sono i bunker Breda. Non voglio dirvi nulla, ma quando scenderemo provate ad osservare intorno a voi. Cosa vi colpisce? Cosa vi incuriosisce?

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Siete una classe molto attenta e curiosa, infatti giunti all'ultimo corridoio iniziate a farmi molte domande...Ma vediamo insieme a cosa servivano questi bunker.
Erano dei rifugi antiaerei e servivano come rifugio agli operai della fabbrica. Qui si nascondevano durante i bombardamenti effettuati prima dagli Alleati e poi dai Tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. La struttura è particolare: è costuituita da un intrico di corridoi e stanze. Le stanza venivano usate come luoghi di vettovagliamento (venivano conservati principalmente cibi in scatola altrimenti con questa umidità sarebbe marcito tutto!) e servizi igienici. I corridoi, dotati di panche, come veri luoghi di rifugio. Per evitare che una possibile esplosione si espandesse per tutta la lunghezza dei bunker, ciascun corridoio era ermeticamente chiuso da una porta tagliafuoco e messo a L rispetto al precedente. Questo però, aveva sicuramente una controindicazione: l'ossigeno all'interno dei corridoi scarseggiava ed è per questo che si cercava di stare calmi e le lampade a petrolio usate per l'illuminazione venivano spente.
Ma, secondo voi, che tipo di sensazioni potevano provare le persone rifugiate qui? Mi dite che potevano provare paura, ansia verso la propria vita, preoccupazione per l'incolumità dei propri cari...
Inizia a fare freddo e si sente anche brontolare qualche pancia...Quindi usciamo alla luce del sole per fare merenda!
Dopo una piccola pausa, ci spostiamo verso la seconda tappa della nostra visita: la palazzina volo. 

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Questa struttura ormai decadente e dove la Natura ha ripreso quello che l'uomo le ha rubato, era la torre di controllo della Breda. Dopotutto costruiva aerei, quindi andavano pur testati!!!
Poco lontano dalla palazzina volo si trovano i binari.

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La Breda, al termine del conflitto, non aveva più interesse a produrre aerei quindi provò a produrre vagoni della metropolitana. Purtroppo, però visto lo scarso mercato, dovette chiudere i battenti, abbandonando le strutture che qui sorgevano un tempo.
Come per la palazzina volo, anche i vagoni necessitavano di un rodaggio, quindi i binari venivano utilizzati proprio a questo scopo!
Per raggiungere un luogo legato alla memoria del Parco, dovremo percorrere una strada un po' alternativa...

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Dopo la salita a tratti un po' ripida ci ritroviamo davanti ad una struttura particolare..

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E' il monumento del deportato. Dovete sapere che durante il secondo conflitto mondiale, alcuni dittatori, in questo caso Hitler credevano che tutte le persone diverse da loro non fossero dei veri e propri esseri umani, ma solo qualcosa da sfruttare per i loro scopi. Così fece Hitler con tutti coloro che non facevano parte della cosiddetta "razza ariana" (coloro insomma che non erano bianchi e tedeschi da generazioni e generazioni) o che erano dei nemici del regime. Queste persone furono portate, o melgio deportate sistematichemente in "campi di lavoro" dove, in codizioni disumane, venivano costretti a fare lavori pesanti, come spaccare pietre o fondere ferro negli altiforni, fino al loro compleo annientamento fisico e mentale.
Qui, è stato posto questo monumento per ricordare tutti quegli operai che, durante la seconda parte della guerra (quando l'Italia non fu più alleata con la Germania), vennero deportati.
Il monumento è stato posto qui in quanto punto più alto del Parco e luogo da cui le anime dei defunti possono godere un ultima volta la vista della loro città.

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Dopo qualche minuto di riflessione sui terribili fatti di storia appresi, scendiamo di corsa dalla collina e ci dirigiamo verso il lago più vecchio del Parco.

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Abbiamo capito che qui, un tempo c'era una fabbrica, ma dopo, come si è arrivati al Parco? 
Dopo il fallimento della stessa, tutta l'area cadde in rovina e abbandono. Furono i comuni di Milano, Sesto, Cinisello, Bresso e Cusano a voler bonificare quest'area così degradata. Così, seme dopo seme, albero dopo albero, nacque il parco.
Certo, all'inizio c'erano solo pochi sparuti alberelli, ma poi la Natura ha fatto il suo corso e sono nati boschi e sono giunti gli animali per trovare cibo e rifugio.
Purtroppo però, a volte, quest'equilibrio viene rotto dalle azioni dell'uomo. E come? Con l'introduzione di specie esotiche , dette alloctone, che prendono il posto di quelle esistenti o che le minacciano. E' il caso delle tartarughe dalla orecchie rosse di origine americana che vengono liberate dai cittadini che non hanno più lo spazio dove tenerle.
Mi raccomando ragazzi, quando entrate in luogo con un'equilibrio, cercate di non cambiarlo troppo!
E' giunto il momento di salutarci! Alla prossima e buon inizio medie!

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