Giornata perfetta per un'avventura nel bosco: cielo sereno, sole tiepido che ti riscalda le membra e arietta frizzantina che ti sveglia!
Gli amici di oggi sono i ragazzi della 1° B! Arrivano puntualissimi in Cascina Centro Parco, luogo di ritrovo dell'uscita di oggi.
Da qui, ci spostiamo verso l'Area Didattica Natura.
Siete tutti molto entusiasti di essere qui oggi anche perchè "...almeno non facciamo matematica..." sussurra uno di voi senza farsi sentire dalla prof...

  Dopo 10 minuti di cammino arriviamo all'Area Didattica Natura. Qui, in cerchio ci presentiamo e vediamo di capire insieme cosa è un Parco.
E' un luogo verde, con animali e alberi - prova a dirmi qualcuno. E' un posto dove si può riposare, correre e anche andare in bici - esclama qualcun altro. E' la casa degli animali - afferma con fermezza una di voi.
Tutte osservazioni corrette, ma il Parco non è solo un luogo verde dove ci sono animali e dove ci si può svagare, è anche un luogo dove la Natura viene preservata e protetta. Ma per fare ciò è necessario rispettare e aver bene chiare alcune regole fondamentali per arrecare il meno danno possibile a questo ambiente.
Il Parco è anche, però, un centro di BIODIVERSITA'. Chi sa cosa significa questa parola? "E' la diversità di qualcosa..."vi interrogate. "Ma certo! Bio è come biologico, biologia!" "Avrà a che fare con la vita e gli esseri viventi!" Da un angolo giunge però la soluzione: " E' la quantità di animali e piante che ci sono in un luogo". Esatto! Dovete inoltre sapere che il grado di biodiversità è un parametro molto importante per chi studia la Natura: più specie diverse sono presenti in un luogo, maggiore è la sua biodiversità e meno è compromesso. Per determinare il grado di biodiversità di un luogo, i naturalisti non fanno altro che censire le specie animali e vegetali che qui si trovano. Oggi, voi, farete proprio questo!
Ma come? Dovrete dividervi in 4 gruppi e dovrete cercare il maggior numero di oggetti naturali diversi (foglie, bacche, funghi, tracce...). Alla fine della ricerca assegnerò un punteggio a seconda di quanto sia raro quello che mi avete portato.
Inizieremo dal bosco...quindi, via!

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Ad un certo punto mi chiamate stupiti ed entusiasti: trovate sopra le vostre teste un nido!

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...e poco lontano i segni lasciati da un picchio mentre cercava cibo!

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.....anche dei semi girano come un'elica...

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...delle penne di cornacchia...

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...una chiocciola ben ancorata ad un legno e nascosta dalle foglie secche...

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...un fungo grigio...

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Ora, è il momento di passare a cercare nel prato e nella zona limitrofa ai laghetti....

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Scovate una falsa fragola...guai a chi osa mangiarla!

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...un'erba infestante del sentiero che, con tutte le sue radici sembra un piccolo bonsai...

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...un agglomerato di semi di tipha...

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...gli escrementi di qualche animale che aveva mangiato molti insetti...si riescono a vedere addirittura le ali!

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...una mosca scorpione che si nascondeva in un riccio di castagna...

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....il terreno rivoltato da un lombrico...

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Il tempo per la ricerca è terminato. Ecco cosa siete riusciti a raccogliere...

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Ma, ora, vediamo insieme i diversi oggetti: chissà se riuscirete a totalizzare un punteggio maggiore di quello delle altre classi della vostra scuola che sono venute settimana scorsa! Ma, andiamo con ordine. Nei vostri reperti c'è: un sasso con del muschio, una falsa fragola, un pezzo di corteccia di pino, delle penne, una ghianda, gli escrementi di volpe, anatra e uno contenente insetti, una piccola spiga, una bacca di rosa canina, una bacca di biancospino, una chiocciola, un lumacone, la terra digerita da un lombrico, dei gusci vuoti di chiocciola, una mosca scorpione, un fungo molto piccolo e bianco, un fungo grigio e uno arancione, un nido, un legno con dei licheni, un legno bucato da un picchio, una nocciola mangiata da un topolino, il guano bianco di un uccello su una foglia, una foglia di acero, la parte interna di un labero in decomposizione: il libro, dei ricci di castagne, i semi di un acero, una piccola pulce rossa, una formica, i semi della tipha, la foglia del nocciolo, del legno ammuffito, "il bonsai", delle castagne, delle bacche gialle, la foglia di una quercia e quella della piantaggine, pignette di ontano, un tarassaco, una margheritina e una veronica, una libellula, una cornacchia, un picchio verde, una lucertola, una rana, il cappello di una ghianda, una piccola felce e la foglia del tarassaco, la tana di un topolino, la foglia di biancospino, la foglia della vite canadese, la foglia del pioppo, un lombrico e la foglia di un rovo.
Bravissimi! Avete scovato moltissime particolarità a tal punto da totalizzare ben 165 punti!

 Ora, però è il momento di parlare un po' di storia. Eh, sì, abbiamo appena scoperto che il Parco è un luogo dove viene preservata la biodiversità, un luogo naturale...ma è sempre stato così?
Con vostro enorme stupore, scoprite che il Parco non è sempre esistito, anzi, ha solo 40 anni! E prima, allora cosa c'era? Pensate un po', una fabbrica: la Breda! La Breda si estendeva su tutto il territorio del Parco con il suo cemento e i suoi capannoni. Era una fabbrica che ha avuto molta importanza durante la seconda guerra mondiale, in quanto produceva aerei da guerra. A causa di questo suo ruolo, è stata oggetto di numerosi bombardamenti ad opera dei francesi e degli inglesi. Per fortuna tutti gli attacchi effettuati non hanno prodotto molte vittime. 
Per proteggere però i propri operai, la Breda costruì dei rifugi sotterranei: i bunker. Siete pronti ad entrare?

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 Una volta giunti nell'ultima sala, ci sediamo e scopriamo alcune informazioni di questo luogo:
- sono dei rifugi antiaerei costruiti dalla Breda per i suoi operai. Questo che noi abbiamo visitato è solo un piccolo tratto dell'enorme rete che sis estende fino all'aereoporto di Bresso
. hanno una struttura particolare: sono fatti a linea spezzata per limitare il loro ritrovamento e per evitare che l'onda di deflagrazione si propaghi per tutta la lunghezza del bunker
- hanno il soffitto a volta e non ad architrave in quanto è una struttura geometricamente più stabile
- tra un segmento e l'altro ci sono delle porte tagliafuoco necessarie per fermare le fiamme in caso di bombardamento
- non c'era l'illuminazione e vi erano delle piccole lampade che però venivano accese per pochissimo tempo, in quanto avrebbero consumato troppo ossigeno
- oltre ai corridoi ci sono delle stanze adibite a zone di vettovagliamento e servizi igienici
Proviamo ora a riflettere su come si dovessero sentire le persone che qui si rifugiavano: sicuramente saranno state impaurite, angosciate, arrabbiate, speranzose e preoccupate.
E' giunto il momento di salutarci, torniamo in superficie e accompagnandovi al luogo dove avreste fatto il pic nic, vi saluto. Alla prossima!

 

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