garibaldinoMattina tiepida quest'oggi: qualche bava di azzurro sbuca tra le nuvole...
Gli amici di oggi, la classe 1°C, giungono in Cascina e, dopo aver lasciato i loro zaini pesanti pieni di merende, sotto al porticato, sono pronti per iniziare!
Ci mettiamo subito in cammino verso l'entrata di Viale Suzzani del Parco. Voi arrivate direttamente da Cinisello, quindi diciamo che oggi farete una bella passeggiata!
Ma sarà una passeggiata con uno scopo: andremo alla ricerca dei luoghi storici del Parco!
Giunti ai laghetti di Viale Suzzani, in cerchio, dopo le presentazioni, cerchiamo di capire cosa è un Parco...

Insieme capiamo che è un luogo dove la Natura viene protetta e preservata dall'intervento dannoso dell'uomo. E' un luogo naturale da rispettare e dove noi oggi siamo ospiti. Per questo, mi raccomando, cerchiamo di rispettare delle semplici regole che ci permetteranno di limitare al minimo il disturbo...
Come vi anticipavo, oggi parleremo di storia. Secondo voi, il Parco è sempre esistito? Mi rispondete che secondo voi sì, magari che non era proprio uguale a come è ora, magari c'erano meno piste ciclabili, meno alberi e molto probabilmente era più piccolo....Bè, mi dispiace deludervi, ma il Parco ha solo 40 anni! Prima qui, sorgeva una fabbrica, la Breda, luogo di produzione di aerei da guerra per il secondo conflitto mondiale. Ma, quindi come si è passati da un luogo il cui colore dominante è il grigio ad un luogo il cui colore principale è il verde?
Dovete sapere che, una volta terminato il conflitto mondiale, la Breda ha provato a produrre vagoni per la metropolitana, ma con scarso successo. Questo l'ha portata al fallimento e alla chiussura dei suoi stabilimenti che qui sorgevano. L'area venne abbandonata e tutto cadde in disfacimento. Grazie alla volontà dei comuni di Milano, Sesto, Cinisello, Bresso e Cusano, l'area fu bonificata, mettendo le basi per la costruzione del Parco. Ma, cosa significa bonificata? "Vennero portate e smaltite in modo corretto le diverse macerie e iniziarono a seminare prati e a piantumare alberi..." Esatto! Ma gli animali come sono giunti qui?
Mi rispondete prontamente che gli animali, una volta visto e trovato un luogo dove potevano trovare del cibo e un riparo, iniziarono a stabilirvisi e a riprodursi in autonomia. Per tutte le specie qui presenti vale questo discorso, tranne per i pesci e le tartarughe. I primi sono stati introdotti consapevolemnte, le seconde, putroppo, vengono abbandonate da chi frequenta il parco e, trovando un luogo adatto e ricco di cibo crescono sempre più, divorando voracemente tutto quello che trovano. Questo causa una diminuzione di pesci ed anfibi e un disequilibrio dell'ecosistema acquatico. Ma, secondo voi, come hanno costruito i laghetti? Uno di voi immediatamente da' la soluzione: hanno scavato, messo uno strato di terreno impermeabile, tipo l'argilla e poi ci hanno messo l'acqua. Ed è proprio quello che è avvenuto! 
Ma, andiamo a vedere i primi laghetti: quelli di viale Suzzani...

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Qui, vi stupite della presenza dei germani reali, delle gallinelle d'acqua e anche...di un airone, il quale non sembra minimamento interessato e disturbato dalla nostra presenza...

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Da qui, ci spostiamo verso una zona sopraelevata del Parco: il teatrino, Questo è un luogo importante nel passato del Parco, in quanto rappresentava il carroponte della Breda, dove cioè gli aerei venivano assemblati. Teenete conto che le colonne del teatrino arrivavano alll'altezza della pista ciclabile..."Ma allora questa collinetta come è nata?" mi chiede uno di voi.
Dovete sapere che alcuni scarti della lavorazione della Breda, come resti di metallo e simili, non sono stati smaltiti, ma sotterrati formando le collinette che vedete intorno e sulla quale noi ci troviamo. Il ferro, sotto l'azione di microrganismi e agenti atmosferici, si è trasformato in un materiale chiamato marogna.
Da qui, saliamo lungo la collina fino a giungere ad un monumento. Questo è il monumento del deportato, chiamato così in quanto venne costruito per ricordare gli operai della Breda che, durante la seconda parte del conflitto, furono deportati nei campi di lavoro tedeschi. Infatti, alla base del monumento troviamo delle pietre che simboleggiano quelle che sono state cavate dagli operai durante il duro lavoro e dei nomi rappresentativi dei principali campi di sterminio tedeschi.

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Di fronte al monumento, poi si trovano una serie di lapidi con inciso tutti i nomi delle persone deportate. Furono poste qui, in modo tale da poter vedere sempre, in lontannza le case dove avevano vissuto...

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Scendiamo quindi dalla zona elevata, correndo giù per un sentiero un po' ripido! Qualcuno si lancia senza paura, altri invece, sono un po' più titubanti, ma, suvvia, alla fine siamo in un Parco e ci vuole un po' di avventura! 
Ripercorriamo parte della strada percorsa prima e giungiamo in un luogo strano..."Ma facciamo il pic nic?" No, non faremo il pic nic, vero ora ci sono dei tavolini di pietra, ma un tempo c'era latro e se cercate con attenzione riuscirete a svelare l'arcano...
Dopo qualche minuto di ricerca trovate dei binari...

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Eh, sì, come vi anticipavo prima, la Breda, terminata la guerra, ha iniziato a produrre vagoni per la metropolitana e quindi questi binari servivano proprio per testare i vagoni. Se osservate bene, la Natura sta piano piano prendendendo il sopravvento su questi resti: addirittura vi è cresciuto al centro un albero. Certo, per lui è facile è uno spaccasassi: il bagolaro!
Proseguiamo il nostro cammino e incrociamo una strana struttura: la palazzina volo.

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Qiesta torre, ormai in disuso e ricoperta dalla vegetazione era la torre di controllo dell'aereoporto annesso alla Breda, dove venivano testati i nuovi veivoli.
Ma, iniziate a scalpitare: volete visitare i bunker!
Così, accellerando il passo e dopo esserci ben coperti, scendiamo nei sotterranei del Parco. 

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 Ci fermiamo nell'ultimo corridoio e qui scopriamo, tramite le vostre domande, alcuni aspetti interessanti di queste costruzioni di sicurezza e riparo:
- qui si rifugiavano gli operai della Breda, per sfuggire ai bombardamenti degli alleati. La Breda, infatti, come tutta l'area industriale circostante, era un target fondamentale.
- la loro struttura è particolare in quanto hanno un soffitto a volta e non ad architrave. Questo perchè la struttura a volta è molto più resistente e stabile.
- sono come una lijnea spezzata per limitare al minimo la possibilità di essere trovati
- tra un corridoio e l'altro si trovano delle porte tagliafuoco che, chiudendosi ermeticamente, impedivano la propagazione, in altri settori del bunker, delle fiamme e del fumo
- questo è solo un piccolo tratto dei bunker che si suppone siano sotto al territorio dell'aereoporto di Bresso
- oltre ai corridoi ci sono delle stanze per il vettovagliamento e i servizi igienici
Siete molto suggestionati dal luogo a tal punto da iniziare a pensare alle sensazioni che potevano provare le persone che qui si rifugiavano: paura, terrore, preoccupazione, ansia, un certo senso di sicurezza e riparo...Purtoppo le pance iniziano a brontolare: risaliamo verso la luce e andiamo a mangiare!
Buon appetito!

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